martedì 22 agosto 2017

Passata di pomodoro

...come promesso Olio e Aceto riprende alla grande rieccomi con un post dopo le polpette con le sarde di ieri, oggi il Calendario de cibo italiano mi riporta a parlarvi della passata di pomodoro, conserva che si prepara in estate, il nostro "oro rosso" per l'inverno.

  Questo è un post in cui riaffiorano i ricordi da bambina, si perchè per noi era un rito di famiglia, già da settembre, dell'anno prima, si cominciava a pensare ai "buttighi" (le bottiglie), in dialetto siciliano, per l'estate dopo, la prima fase era quella di cominciare a mettere da parte le bottiglie di vetro, noi solitamente usiamo quelle della birra, nel mese di giugno si cominciano a lavare, si stendono al sole, per farle asciugare bene. Il mese più adatto per avere un ottimo pomodoro è luglio in cui è maturo e dolce, di solito si usa pomodoro di qualità diversa, noi solitamente uniamo il san marzano e patataro, ad esempio se facciamo 6 cassette di pomodoro almeno una deve essere di patataro. 
Di solito una domenica d'estate era dedicata alla preparazione, mi ricordo che quella giornata la sveglia era molto presto, mio nonno aveva la fissazione che dovevamo cominciare all'alba, perchè entro pranzo i "buttighi" dovevano essere fatte, anzi il pranzo della domenica doveva essere la pasta con il sugo fresco, per capire anche come era venuto, ahimè capitava anche di trovarsi il pomodoro aspro,  quindi prima si cominciava meglio era, lui forse non dormiva proprio, ci riunivamo nella casa di campagna, che di confort non ne aveva proprio, infatti era adatta all'evento "rustico", la prima fase quella dello "spiricuddare", levare il picciolo del pomodoro, lavare per almeno due volte il pomodoro in due bacinelle di acqua diversa, poi si passava alla cottura, si utilizzava "u quararuni", una grossa pentola, ovviamene prima si cucinava con la legna, al primo bollore si metteva a scolare nei grandi scolapasta e da li in poi iniziava la catena di montaggio, c'era l'addetto al passa pomodoro, quello a manovella, i bambini passavano le bottiglie vuote, i grandi le riempivano, in quanto la salsa era bollente, in fine si poggiavano a terra, si contavano, per vedere che resa aveva avuto il pomdoro e si tappavano, con il tappa bottiglie, che un tempo era sconosciuto, infatti si tappava con tappi di sughero e spago per sigillarli a mano.
Dopo averle tappate si cuocevano a bagno maria per 20 minuti dal primo bollore.
La cosa importante è quella che il pomodoro dopo la cottura non deve venire a contatto con l'acqua quindi tutto deve essere perfettamente asciutto, altrimenti c' è il rischio che le bottiglie scoppiano, una volte cotte appena sono fredde si mettono nelle cassette di legno per precauzione si coprono e per almeno due settimane prima di essere conservate per l'inverno.



Ovviamente anche oggi in famiglia questa usanza è ancora viva, sicuramente con mezzi più nuovi, uno fra tutti la passa pomodoro elettrico o il fornello a gas per la cottura, non ci si alza più all'alba e si cerca di essere più comodi, non è la stessa cosa perchè quella era una riunione di famiglia e anche un modo per trascorrere una giornata insieme, anche se faticosa, ma devo ringraziare i miei nonni e i miei genitori che mi hanno dato questi insegnamenti, spero che le nuove generazione riscoprano il valore di queste cose.

In questo mio vecchio post trovate alcune foto, purtroppo quest'anno non ho potuto fare foto più belle per rendere l'idea.



2 commenti:

  1. È straordinario: la passata di pomodoro è un rituale che percorre l'Italia da Nord a Sud.
    La mia famiglia la preparava nella casa di campagna sulle colline del Monferrato con i pomodori che maturavano nell'orto nelle estati bollenti. Grazie per aver condiviso i tuoi ricordi :-)

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  2. Anche io ho i ricordi di infanzia dai nonni legati alla passata... che meraviglia

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